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[Trad] Ipazia

TheHermit

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May 3, 2023
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Hypatia


IPAZIA
Filosofa

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Ipazia fu un celebrato genio, una matematica, inventrice e insegnante di filosofia neoplatonica, nata il 371 E.V. Il suo nome è diventato sinonimo di libertà filosofica e vera modestia, motivato dal suo famigerato omicidio da parte di monaci cristiani. La vita di Ipazia fu arricchita dalla passione per la conoscenza.

IL PRODIGIO

Fu figlia di Teone di Alessandria, conosciuto come uno degli uomini e matematici più colti in Alessandria, che fondò una scuola d'élite chiamata Mouseion rigidamente basata sugli insegnamenti di Plotino. Divenne famoso per aver editato un testo matematico chiamato l’Almagesto di Tolomeo che sarebbe poi diventato l’edizione standard nei secoli successivi. Teone crebbe Ipazia in un mondo di istruzione.

Gli storici credono che Teone cercò di crescere l’umano perfetto, secondo i suoi credi filosofici. Prendendo in prestito l’ideale pitagorico, credeva rigidamente che a sua figlia fosse dovuto lo stesso tipo di educazione e cure di un erede maschio. Elaborando la sua stessa conoscenza, condivideva con lei la stessa passione per la ricerca di risposte nell’ignoto. Mentre Ipazia cresceva, sviluppò un forte entusiasmo per la matematica e le scienze, come l’astronomia e l’astrologia, ma anche per molte altre materie.

Alcuni storici credono che Ipazia superò la conoscenza del padre in giovane età e questo fu ciò che la rese un prodigio a suo tempo. Quando era ancora sotto la disciplina paterna le fu data una routine fisica da seguire per assicurarle un corpo sano oltre che una mente altamente funzionante. I tipi di scuole che c’erano al tempo erano molto più collaborativi rispetto a come le scuole moderne con singole dissertazioni tendono ad essere, così Ipazia assistette suo padre e i suoi associati.

INSEGNANTE DI TUTTI

Alessandria era una megalopoli e il percorso della maggior parte delle riserve di grano dell’Impero romano. La maggior parte delle sue forze lavoro come lavoratori migranti e gli uomini del porto non sarebbero stati in servizio per metà dell’anno, quindi c’erano molte opportunità per problemi e disordini civili. Molti dei suoi abitanti vivevano unicamente stipati in case a tre o quattro piani.

Al tempo in cui Ipazia crebbe, Alessandria si stava rapidamente cristianizzando. Quando aveva diciannove anni il Serapedum fu distrutto da una folla richiamata dal papa di Alessandria. Un periodo così pericoloso significò che Teone istruì Ipazia sulle diverse religioni del mondo e le insegnò a influenzare le persone con il potere delle parole. Le insegnò le fondamenta dell’insegnamento e Ipazia diventò una profonda oratrice.​

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Ipazia ne La scuola di Atene, Raffaello

Conoscendo Socrate, non fu d’accordo con la politica esclusiva di suo padre che limitava i suoi insegnamenti alla élite e credeva che persino i cristiani potessero beneficiare delle elaborazioni della teologia di Plotino sull’essenza del divino. Arrivarono persone da altre città, incluse le capitali Roma e Costantinopoli, per studiare e imparare da lei, dato che fu ampiamente amata.

Eppure sapeva che la scelta da lei fatta fosse pericolosa, in modo particolare per una donna. Ipazia compì la maggiore età in Alessandria quando il cristianesimo iniziò a dominare fortemente sopra le altre religioni. In più, Alessandria aveva ancora una grande porzione di ebrei che vivevano all’interno delle mura. Nei primi anni del 390 scoppiarono frequenti lotte tra le varie religioni, ma per il momento, Ipazia cercò di coltivare buone relazioni con il papa di Alessandria chiamato Teofilo, scegliendo di mantenere un profilo dignitoso, anche se era abbastanza avanzata da sapere che non sarebbe durata.

Molti degli studenti più conosciuti di Ipazia si sa fossero cristiani, cosa che la mise in una posizione difficile rispetto allo stile di insegnamento di suo padre. Nonostante Ipazia fosse acclamata come un individuo virtuoso attraverso diverse confessioni religiose, il dettato paolino di Timoteo 2:12 proibiva alle donne di insegnare o di esercitare qualsiasi forma di autorità temporale sugli uomini. Ciò la rese bersaglio di critiche velenose, così come la sua abitudine di proteggere individui in fuga dalle persecuzioni settarie di Teofilo.

MATEMATICA

Indipendentemente da ciò, passaggi nelle lettere di Sinesio di Cirene, uno degli studenti di Ipazia, si riferiscono a lei semplicemente come “la filosofa” e “signora benedetta” in termini reverenziali. Attribuisce a Ipazia l’avergli fatto vedere come costruire un astrolabio. Una delle sue principali preoccupazioni fu il calcolo della posizione delle stelle, dell'ellittica e di altri aspetti, una questione di importanza fondamentale in Egitto, che ancora associava questi aspetti a quelli dell'agricoltura e delle stagioni.​

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Sezioni coniche

Ipazia era conosciuta più per il lavoro fatto nella matematica che nell’astronomia, principalmente per il suo lavoro sulle idee delle sezioni coniche introdotte da Apollonio. Editò il lavoro Coniche di Apollonio, che divideva i coni in diverse parti di un piano. Questo concetto sviluppò le idee delle iperboli, parabole ed ellissi. Il lavoro di Ipazia su questo importante libro rese questi concetti più facili da comprendere, facendoli quindi sopravvivere attraverso molti secoli e dimostrando la sua alta abilità in matematica. In più è conosciuta per aver editato l’Almagesto insieme a suo padre come progetto collaborativo su basi simili, una cosa a cui Teone allude nelle sue note direttamente.

Come dice Damascio, però, passò rapidamente alla filosofia, credendo che contenesse i più alti segreti della matematica. La sua scuola rese la matematica sorella della filosofia al contrario di un campo secolare a sé stante, come l’aveva resa il suo contemporaneo Pappo. Non si limitò a pubblicare dottrine filosofiche a causa dell’atmosfera sempre più ostile e pericolosa che si respirava ad Alessandria dove i lavori cristiani iniziavano a costituire la sola forma di informazione scritta, ma anche per via della sua fedeltà alle dottrine fondamentali di Plotino e per il desidero di non sostituirsi a lui.

Ipazia fu anche forzata ad allontanarsi pubblicamente dalle dottrine di Giamblico, che i cristiano avevano confiscato in tutto l’impero ritenendole fondamentali per la politica anticristiana dell’imperatore Giuliano. L’odio per il suo regno era ancora presente nelle loro memorie. Il pensiero di Giamblico era ancora una novità in Alessandria. I lavori di Ipazia, alcuni dei quali sono stati successivamente inseriti nel Suda e altri sono stati persi nelle sabbie del tempo, furono comunque per la maggior parte confiscati e bruciati dopo la sua morte, insieme alle lettere che scrisse.

Il calibro intellettuale degli studenti di Ipazia è conosciuto ai posteri e nonostante le differenze religiose, tutte le loro lettere la nominano come una mente di prima categoria a cui dovevano tutto. Molti di loro diventarono amministratori imperiali e alcuni vescovi. L’ultima cosa non era certo voluta da Ipazia stessa, ma gli Dei le suggerirono che l’educazione andava oltre ogni disputa e che l’educazione avrebbe portato la morte del nemico.

Bisogna anche ricordare, come ho scritto in altri articoli, che il cristianesimo a quel punto prese una nebulosa e confusa forma in mezzo all’alta società di Roma. Il tipo di cristianesimo esibito dagli individui colti che circondavano Ipazia sembra “diverso” da quello direttamente ebraico di prima o dalla forma psicotica che avrebbe presto preso forma con l’avvento dei secoli bui. Molti furono ingannati e avevano credenze contraddittorie. Sinesio, per esempio, considerava Platone un “santo”, mostrando la confusione che le persone potenti nel cristianesimo volevano sfruttare.

La sua scuola è conosciuta per aver insegnato molto di Platone e Aristotele a livelli inusuali di istruzione. Si può quindi dire senza esagerazione che la sopravvivenza dei nomi di questi due filosofi sia dovuta in non piccola parte a Ipazia.

IL PUNTO DI ROTTURA

Il brutale omicidio di Ipazia mostra che nonostante il suo travestimento, il cristianesimo è sempre stato fondamentalmente lo stesso programma. Alla fine, più che essere implicata direttamente, Ipazia fu trascinata in una disputa tra due cristiani orientata sui confini sempre più sfocati tra la chiesa e lo stato dopo il regno di Costantino.

Oreste divenne il governatore della diocesi dell’Egitto e un associato di Ipazia. Fu coinvolto in un conflitto con Cirillo, il successore di Teofilo, che mandò deliberatamente una spia chiamata Hierax per minare il suo potere sulla città leggendo le restrizioni di Oreste sugli eventi pubblici che avrebbero potuto sfociare in folle violente, cosa che fece subito infuriare gli ebrei che sentirono si trattava di una repressione delle loro “libertà civili”.

Cirillo sapeva che avrebbero reagito in quel modo e successivamente, gli ebrei uccisero molti della setta rivale cristiana in un’imboscata. Quest’ultima rispose mandando una guardia composta da monaci a difendere Cirillo e provando a lapidare a morte Oreste. Anche se non era proprio il mediatore potente come alcune fonti sostengono, Cirillo era preoccupato di perseguire la setta dei novaziani tra i cristiani e riteneva che il governatore lo stesse ostacolando.

Ipazia non fu coinvolta in questa disputa, né per ovvie ragioni fu favorevole agli ebrei di Alessandria, ma l’idea che iniziò a diffondersi tra la folla cristiana fu quella che fosse una maga che convinse Oreste a non andare più in chiesa, ad agitarsi per i suoi diritti da governatore e a indebolire il potere della chiesa. A peggiorare la situazione c’era il fatto che Cirillo gli aveva presentato con arroganza una bibbia nel tentativo di dimostrare la supremazia della chiesa. Il suo rifiuto di riconciliarsi con Cirillo e la frattura dell’unità cristiana vennero ulteriormente considerati dai monaci come un’azione architettata da Ipazia, cosa che i cristiani ripeterono molti anni dopo:

“In quei giorni apparve ad Alessandria una donna filosofa, una pagana di nome Ipazia, che si dedicava sempre alla magia, agli astrolabi e agli strumenti musicali, e che ingannava molte persone con le sue astuzie sataniche. Il governatore della città la onorava molto, perché lo aveva sedotto con la sua magia. Ed egli smise di frequentare la chiesa, come era sua abitudine... E non solo fece questo, ma attirò a sé molti credenti, e lui stesso ricevette i non credenti a casa sua.” 1

L’ABOMINIO DI ALESSANDRIA

Nonostante le vite affascinanti degli studenti di Ipazia, la quantità di violenza religiosa già presente ad Alessandria era al punto di rottura e tipica degli effetti dei credi nemici tra gli ignoranti e i più disperati. Per esempio, anche Teoilo era stato quasi assassinato da una folla di monaci solo un decennio e mezzo prima. Cirillo fu veloce a sfruttare la natura disordinata della città, identificando Ipazia come uno dei principali ostacoli ai suoi progetti. L’arcivescovo nutriva anche un odio particolare per lei per la sua abitudine di proteggere gli eretici dalla persecuzione.

Decise di ordinare che un segmento segreto tra i monaci nitriani di giustiziare e umiliare pubblicamente Ipazia nel modo più cruento possibile. Nonostante i resoconti storici affermino che furono i parabolani a farlo, questo atto malvagio fu compito da qualcosa di più clandestino che esisteva come una polizia segreta religiosa per le organizzazioni cristiane dell’Impero.

[Ipazia fu] sia abile che eloquente nella parola e prudente e civile nei fatti. Il resto della città l’amava e la onorava in modo eccezionale…

Così una volta accadde che Cirillo, che era vescovo della fazione opposta, passando davanti alla casa di Ipazia vide che c’era un gran spingere contro le porte “di uomini e cavalli insieme”, alcuni che si avvicinavano, altri che se ne andavano e altri che rimanevano in piedi lì. Quando chiese che tipo di folla fosse e quale fosse il tumulto nella casa sentì dire da coloro che lo seguivano che la filosofa Ipazia stava parlando e che quella era la sua casa.

“Quando lo seppe, il suo animo fu morso dall'invidia, tanto che subito tramò la sua morte, la più empia di tutte le morti. Infatti, mentre lei usciva come al solito, molti uomini feroci e ravvicinati, davvero spregevoli, non temendo né l'occhio degli Dèi né la vendetta degli uomini, uccisero la filosofa, infliggendo alla loro patria questo grandissimo inquinamento e vergogna.” 2

Eppure l’omicidio non fu solo per via di questo risentimento. Alcune forze in comunicazione con Cirillo credevano da tempo che la conoscenza di Ipazia della matematica sacra, dell’astronomia e dell’astrologia fosse pericolosa e inaccettabile, una forma di conoscenza che avrebbe dovuto essere solamente nelle loro mani. Un comando interno si era espanso largamente tra le alte cariche vescovili dando loro il potere di eliminare qualsiasi problema.

Alla classe rabbbinica degli ebrei fu dato il privilegio esclusivo nel 397 di mantenere le loro leggi e rituali. Essi cercavano un’ulteriore codifica nella realtà per diventare l’unica vera casta dell’Impero con una conoscenza sacra. Per questo motivo essi elaborarono una serie di maledizioni sulla moltitudine per fare dei filosofi un esempio. Non sono con Ipazia, ma anche con molti altri.

Bisogna anche sapere che, contrariamente al lavoro sciatto degli storici, nonostante questo omicidio fu portato avanti clandestinamente, fu legale per gli standard del tempo. Una legge aggiunta al Codice teodosiano (16.5.6) nel 415 E.V. permetteva l’esecuzione di qualsiasi pagano che si assemblava pubblicamente con una congrega secolare, cosa che tecnicamente Ipazia aveva violato e anche se non l’avesse fatto, era risaputo proteggesse eretici cristiani. Qualsiasi individuo come lei quindi poteva essere ucciso con sanzione statale. Mente ci avviciniamo a un’era di agitazione islamica, dove i governi occidentali si affannano a etichettare le critiche all’islam come “blasfemia”, questa cosa andrebbe ricordata.

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"Santa Caterina" (Ipazia), Masolino, San Clemente, Roma

Per quanto riguarda l’idea che Ipazia sia stata presa alla sprovvista, questa è falsa. Sapeva esattamente quello che le sarebbe successo, ma in linea con il suo immenso coraggio e mancanza di paura, la sua profonda comprensione degli insegnamenti sull’anima nel dialoghi di Plotino e l’esempio di Socrate prima di lei, volle dare un esempio che avrebbe vissuto nell’infamia per il cristianesimo. Ipazia non fu una donna comune.

Nulla sminuisce l’abominio che accadde, un abominio che rappresenta la vera natura del cristianesimo. Durante la quaresima fu presa da casa sua, portata al Caesarion, tagliata e incisa con coltelli e bruciata mentre era ancora viva. Il luogo, la data dell’Equinozio e il fatto che sia accaduto durante la quaresima fu tutto deciso per una ragione: il Caesarion era una delle chiese più grandi di Alessandria. Il suo corpo fu anche portato fuori dai confini della città, cosa riservata tradizionalmente ai molestatori di bambini e agli assassini dei genitori. Proprio come i sacrifici di sangue clandestini di bambini innocenti in modo molto simile nel corso della vita del cristianesimo, il suo omicidio fu pienamente rituale e progettato per insultare gli Dei.

La vita di Ipazia finì in modo tragico, nonostante ciò il lavoro della sua vita sopravvisse. Più avanti, Descartes, Newton e Leibniz espansero i suoi suggerimenti matematici.

Compì imprese straordinarie per una donna del suo tempo e in una situazione così disperata. I filosofi la consideravano una donna di grande conoscenza e un’eccellente insegnate, un simbolo eterno contro l’ignoranza. Voltaire, per esempio, le dedicò molti passaggi.

Anche oggi è la quinta filosofa classica più popolare dopo Pitagora, Socrate, Platone e Aristotele. In generale, si erge eternamente come un esempio della virtù del coraggio, rendendola amata tra gli Dei.

BIBLIOGRAFIA
1 Chronicle, John of Nikiu

2 Suda (Enciclopedia)

Hypatia, Maria Dzielska

Hypatia – the Life and Legend of an Ancient Philosopher, Edward J. Watts

Lettere, Sinesio

CREDITI

Enastri

Karnonnos [TG]
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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