Nove Chokyr e spiriti animali
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Inoltre, si tratta di un materiale rarissimo e unico, proveniente direttamente dalla mano di uno sciamano, che spiegò all’autore Olard Dixon il significato del simbolismo animale per le culture sciamaniche della Siberia. Ed è molto importante, perché possiamo osservare gli animali su tutti i monumenti anteriori al 4000 a.E.V.: si tratta di un linguaggio arcaico di forze ed energie, che ritroviamo perfino nella tradizione dell’Antico Egitto di raffigurare gli Dèi con teste animali. Naturalmente, varia da un’area all’altra, dato che la fauna di ciascuna regione è unica. È come accade con lingue affini appartenenti a uno stesso gruppo linguistico: se ne impari una, puoi comprendere più facilmente anche tutte le altre.
Gli Spiriti vengono inoltre suddivisi in Spiriti dei Mondi Inferiori e Spiriti dei Mondi Superiori, il che risulta chiaro anche dal fatto che gli Spiriti sono determinate forze elementali, dei chakra e astrologiche. Gli Spiriti di qualunque mondo non vengono venerati come Divinità, bensì invocati come elementi con i quali si lavora.
Noi, i Bianchi, siamo una civiltà che ha sempre cercato di spiegare ogni cosa in modo logico e di sistematizzare tutto; per questo abbiamo creato la matematica, l’astrologia basata sulla matematica e altri sistemi di spiegazione e scienze. Le scienze sono un’invenzione della razza Bianca o, al massimo, delle razze miste di Persiani e Arabi. I popoli turchi lavoravano con tutti gli affari uranici senza un’applicazione mercuriale così avanzata come quella delle scienze esatte. Ciò che vediamo in loro, e in tutte le culture sciamaniche, è un tentativo di descrivere le diverse aree e i diversi reami dell’Anima umana attraverso il linguaggio degli animali e degli Spiriti, come linguaggio delle energie.
La citazione prosegue.
Traduzione:
Visione sciamanica sulla struttura energetica dell’essere umano
La visione sciamanica della struttura energetica dell’essere umano differisce dal comune modello indiano dei chakra (dal sanscrito “ruota”, “imbuto”, “vortice”), che classicamente consiste di sette centri e ha inizio alla base della colonna vertebrale. Per lo sciamano, l’asse su cui sono collocati tutti i centri del chokura connette due punti esterni al corpo. Uno è il centro della sfera materiale dell’Aquila, e l’altro è il centro del Cielo spirituale del Corvo. La sezione mistica che va dal kapu chokyr inferiore alla base della colonna vertebrale è chiamata Pilastro della Terra. Raggiungendo il plesso sacrale, esso si connette, attraverso la colonna vertebrale, al Pilastro del Cielo, le cui estremità coincidono con la base del cervello e il kapu-chokyr superiore. Lungo questa linea si trovano otto centri di potere, che svolgono le funzioni di estrazione, elaborazione e immagazzinamento della forza vitale. Attraverso tre canali la forza vitale circola lungo la colonna vertebrale e, mediante diramazioni periferiche, si distribuisce in tutto il corpo.
I canali energetici, così come i chokyr, non sono formazioni anatomiche. Essi costituiscono una struttura speciale di radiazione elettromagnetica che riempie ogni cellula del corpo fisico di vita e coscienza. Qualsiasi tipo di attività porta inevitabilmente alla perdita di una parte della forza vitale. Il suo ripristino avviene principalmente attraverso l’assorbimento del cibo e la respirazione. Uno spreco completo della forza vitale equivale alla morte; una sua circolazione impropria causa malattie, mentre un eccesso spesso conduce a disturbi mentali. Il livello di consapevolezza e, di conseguenza, di percezione di una persona ordinaria non supera il terzo centro inferiore, mentre in una personalità sviluppata può raggiungere la regione superiore. Gli sciamani dell’Amur affermano di una tale persona che la sua anima panyan sia diventata un’anima sciamanica nyukta, cioè che la radiazione elettromagnetica si sia trasformata in luce, kaumanestetica.
Gli otto chokyr (esclusi i kapu-chokyr) hanno una chiara localizzazione nel corpo umano e una proiezione sugli organi interni controllati dalle ghiandole endocrine. I due kapu-chokyr, come già osservato, si trovano al di fuori del corpo fisico e hanno una relazione diretta con lo sviluppo di determinati modi di pensare e con il raggiungimento di ideali superiori di ordine soprannaturale. Per questo motivo sono chiamati Porte, attraverso le quali la coscienza può uscire dal guscio materiale. Ruotando in direzioni diverse, i chokyr creano potenti vortici energetici che, penetrando nel corpo, si riversano verso l’esterno e formano un bozzolo multicolore a forma di fungo (vedi Fig. 43). Dalla natura e dal colore di questo bozzolo è possibile determinare le malattie presenti nel corpo, lo stato emotivo e il grado di consapevolezza di un determinato individuo. I chokyr sono responsabili della percezione, del movimento e dei sentimenti, e sono simboleggiati da uno degli animali totemici. Essi svolgono una funzione intermediaria tra l’uomo, la Terra e il Cielo; per questo motivo l’intero sistema energetico viene talvolta identificato con il concetto di anima, ma è più corretto interpretarlo dalla prospettiva dei corpi sottili.
I centri di potere di una persona possono essere considerati a coppie, come è consuetudine nella tradizione sciamanica, ma qui verranno elencati e descritti dal basso verso l’alto per una migliore assimilazione del materiale.
Il
chokyr iniziale (zero), o kapu-chokyr inferiore, è una macchia sferica di intensa luminosità di colore viola scuro, situata sotto i piedi. Il suo sovrano totemico è l’Aquila. Simbolo mistico delle radici (talvolta dei rami) dell’Albero del Mondo. Corrispondenza stellare: il foro della Stella Polare. Segno sacro:
A livello fisico a questo centro di forza corrispondono i piedi, sui quali si proiettano tutti gli organi interni. La sua azione principale si manifesta attraverso l’estrazione della potenza della Terra e la restituzione dell’energia in eccesso alla Terra. Il Chokyr dell’Aquila funge da sorta di parafulmine, elemento di messa a terra. È il fondamento del Mondo di Mezzo e la causa del pensiero nelle piante, negli animali e negli esseri umani. È spesso chiamato Madre Terra, sebbene non rifletta né il principio maschile né quello femminile.
L’Aquila è una Forza duale, che dona incarnazione materiale, forza fisica, prosperità e vita, ma al tempo stesso toglie questa stessa vita, provocando inaridimento, decadimento, morte e oblio. L’Aquila è associata al Guardiano del Sole, alla luce secondaria, al fuoco fisico, agli astri cosmici, così come al Sole non rivelato, al Vuoto, all’oscurità e all’abisso. Nell’uomo questo centro stimola l’aspirazione ai beni materiali, alla riproduzione della nuova generazione, sviluppa la mente, favorisce la razionalizzazione e l’invenzione. In una parola, il kapu-chokyr inferiore rappresenta la legge terrena e il fondamento della civiltà.
Il
primo chokyr appare, negli stati alterati di coscienza, come un’apertura a forma di tunnel di colore viola, situata lungo la linea che va dal pube al suolo, all’altezza delle caviglie. Il suo sovrano totemico è il Serpente. Simbolo mistico: la coda. La corrispondenza stellare è Alcor (il “cavaliere” del Grande Carro). Segno sacro:
Il Serpente è cammino, movimento, equilibrio e sostegno. Il suo centro di potere racchiude tutti questi concetti ed estende la sua influenza alle gambe, soprattutto dai piedi alle ginocchia, e alle braccia, dai palmi ai gomiti. In questo chokyr sono concentrate le costanti fisiche fondamentali, rappresentate nello sciamanesimo come l’interazione degli spiriti degli elementi. Agli spiriti del fuoco e dell’aria sono assegnate le mani, mentre agli spiriti dell’acqua e della terra le gambe. Il quinto elemento, attraverso il Pilastro della Terra e la colonna vertebrale, risale fino al cervello ed è responsabile del processo decisionale e della scelta. Perciò, il centro del Serpente può essere chiamato l’inizio del cammino, caratterizzato dall’esitazione, dal valutare i “pro” e i “contro”. Lo squilibrio di questo chokyr provoca letargia, depressione, ottusità e può condurre allo sviluppo di stati nevrotici.
Il
secondo chokyr è percepito come un imbuto con un flusso a spirale di energia di colore rosso. È la terminazione del Pilastro della Terra e si trova alla base della colonna vertebrale, in prossimità del plesso sacrale. La parte più larga dell’imbuto affiora in superficie nel corpo nella zona del perineo negli uomini e della parete posteriore della vagina nelle donne. Il suo sovrano totemico è il Cervo. Il simbolo mistico è la freccia. La corrispondenza stellare è Alkaid (una delle stelle dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Nella tradizione indiana, il chokyr del Cervo è il chakra iniziale, che racchiude il grande potere di risvegliare l’essere umano. Nella comprensione sciamanica, questo centro è collegato ai due precedenti, e le sue potenzialità possono essere rappresentate dalla testa di un serpente la cui coda poggia sul kapu-chokyr inferiore.
Il Chokyr del Cervo è responsabile della sopravvivenza e dell’autodifesa dell’essere umano. Viene spesso considerato come un collegamento tra i processi consci e inconsci, che può essere scoperto attraverso l’esperienza sciamanica. In uno stato ordinario, una persona non è in grado di percepire questo collegamento e, di conseguenza, non ha memoria delle sue incarnazioni passate e non può motivare alcune delle sue azioni basandosi direttamente sulla memoria ereditaria. Il centro di potere situato alla base della colonna vertebrale estende la sua influenza alle gambe, dalle ginocchia alle cosce, e alle braccia, dai gomiti alle spalle, ed è inoltre responsabile del normale funzionamento degli organi interni del bacino. Dona alla persona stabilità, fiducia in sé stessa e desiderio di bellezza. Se squilibrato, genera viltà, ansia inspiegabile e un senso di angoscia. Nella pratica sciamanica, la concentrazione dell’attenzione su questo centro di potere è impiegata immediatamente prima del viaggio verso altri mondi, poiché il Cervo contribuisce alle fasi iniziali dell’uscita del corpo sottile dal guscio materiale.
Il
terzo chokyr possiede una luminosità a forma di tunnel arancione, centrata nel plesso lombare. Emerge in superficie nel corpo in un punto appena al di sotto dell’ombelico. Il sovrano totemico di questo centro è la Tartaruga. Simbolo mistico del guscio. Corrispondenza stellare: Mizar (zeta dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Il principale compito del chokyr della Tartaruga è l’elaborazione dell’energia ricevuta dall’ambiente, nonché la sua trasformazione e distribuzione in tutto il corpo. Questo centro ha una proiezione sugli organi interni del basso ventre ed è responsabile del funzionamento dei reni, della milza e della vescica. Esso attiva i desideri sessuali, non necessariamente connessi alla generazione della prole; rende il corpo armonioso e attraente per il sesso opposto; influisce sul corso e sullo sviluppo delle idee creative. La Tartaruga è il conseguimento della coerenza interiore, che costituisce il fondamento per la liberazione dell’uomo dalle contraddizioni intime. Quando l’equilibrio tra “volere” e “potere” si infrange, sorgono problemi negli organi associati a questo centro. Quando l’equilibrio tra “volere” e “potere” si infrange, sorgono problemi negli organi connessi a questo centro. Al contrario, il corretto funzionamento può equivalere a una purificazione, nella quale l’energia sessuale non assoggetta la coscienza, ma diviene forza possente capace di condurre l’uomo alla conoscenza di sé stesso. Nelle antiche figurine rituali, questo chokyr era talvolta raffigurato come un grande foro sottocostale, rotondo o quadrato (v. Fig. 45). Il foro fungeva da passaggio di collegamento tra i mondi e simboleggiava una nicchia nella quale la sessualità reinterpretata poteva dare frutto ragionevole e trasformarsi in forza creatrice e costruttiva.
Traduzione:
a) Figurine rituali con i centri di potere assegnati: statua femminile eneolitica con foro nel ventre e simbolo sessuale (Palestina).
b) Raffigurazione bronzea dello Spirito Antenato con punti sulla fronte e sul naso, croce sulle labbra, serpente ai fianchi e sfera sotto i piedi (Benin).
Il
quarto chokyr è un tunnel di colore giallo-dorato, situato nella zona del plesso solare. Il suo sovrano totemico è il Toro. Simbolo mistico del tamburello. Corrispondenza stellare: Aliot (epsilon dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Il Toro è un centro di potere di grande importanza. È una sorta di accumulatore di energia, una fonte di potenziale acquisizione di superpoteri. Quando l’energia sessuale della Tartaruga viene trasformata, essa diventa il germe della vera comprensione delle cose. Il suo ulteriore sviluppo conferisce grande potenza, simboleggiata dagli antichi attraverso la gravidanza, sia maschile sia femminile. Il chokyr del Toro rappresenta l’azione decisa, offensiva, riflessa nella persona attraverso tratti caratteriali quali indipendenza di giudizio, anticonformismo, vivacità e desiderio di comando. Gli organi dipendenti dal funzionamento del centro di potere del Toro sono concentrati nella parte superiore dell’addome: si tratta del fegato, della cistifellea e dello stomaco. Lo squilibrio può condurre a diverse patologie del tratto gastrointestinale e provocare stati psico-emotivi instabili, quali irritabilità, insoddisfazione, invidia e avidità. Per lo sciamano, il Toro rappresenta innanzitutto crescita spirituale e sviluppo armonioso. La potenza di questo centro viene impiegata nei rituali di iniziazione al fuoco, durante i quali l’iniziato è chiamato a camminare sui carboni ardenti. L’uso massimo del centro di potere del Toro rende il corpo immune alle fluttuazioni di temperatura, consentendo all’uomo, in determinati momenti della vita, di non soffrire il freddo e di maneggiare ferri roventi.
Il
quinto chokyr ha l’aspetto di un tunnel con luminosità energetica di colore verde. Si trova al centro del torace, nel plesso cardiaco. Il suo sovrano totemico è l’Airone. Simbolo mistico: specchio. Corrispondenza stellare: Megrets (delta dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Il chokyr dell’Airone è caratterizzato dall’elevazione emotiva. In esso risiede la misura astratta dell’amore e dell’odio, così come la possibilità di un giudizio imparziale su questi concetti. Insieme al chokyr precedente, l’Airone costituisce il centro dell’essere umano, formando una sorta di vaso dell’anima. Il funzionamento di questo tunnel viene spesso identificato con l’anima, poiché riflette in modo molto chiaro lo stato interiore di una persona attraverso il suo aspetto, le abitudini, il modo di parlare e di pensare. Nel suo sviluppo più elevato, il centro di potere dell’Airone dona all’individuo calma e silenzio interiore. Le parole diventano superflue per indicare i sentimenti. Chiarezza e comprensione non necessitano di dimostrazione. Nel suo stato normale, l’Airone confonde spesso le definizioni di amore e sentimentalismo, compassione e senso di pietà verso sé stessi. Per questo motivo si sviluppano maggiore pietà, nostalgia e dolore, senza ragione o con motivazioni artificiose. Tra gli organi interni dipendenti da questo centro, si distinguono cuore e polmoni. La ghiandola endocrina corrispondente è il timo. In caso di funzionamento scorretto, il sistema cardiovascolare è quello che ne risente maggiormente. Nella pratica sciamanica, il lavoro con il chokyr dell’Airone riveste grande importanza, poiché non solo conduce il cercatore sul sentiero della saggezza, ma contribuisce anche al raggiungimento di stati di coscienza alterata.
Il
sesto chokyr si percepisce come un foro di colore blu, situato nel plesso della gola, nell’area della ghiandola tiroidea. Il suo sovrano totemico è il Ragno. Simbolo mistico: pietra striata o pietra con foro (talvolta un chomus). Corrispondenza stellare: Fekda (gamma dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Il Ragno rappresenta la fusione degli inizi maschile e femminile in un unico tutto attraverso l’interpenetrazione. L’idillio implica la presenza di qualità caratteriali quali estetica interiore, equilibrio tra pensieri e azioni. Ma tutto ciò è vero solo nel caso di normale funzionamento di questo centro di potere, che si riscontra raramente. Le potenzialità non manifestate del Ragno rendono la persona asociale, “gregaria” e incline a stati ossessivo-compulsivi. Perciò questo chokyr può essere considerato il più pericoloso e difficile nella ricerca spirituale.
Il centro di potere del Ragno è strettamente connesso con la gola e le corde vocali. È la linea di collegamento tra lo sciamano e la voce interiore durante le operazioni divinatorie. I viaggi sciamanici nel passato e nel futuro non possono prescindere dal centro del Ragno, poiché esso rappresenta, in un certo senso, il presente. Riceve grande attenzione durante il lavoro in stati di trance, quando ci si realizza all’interno di un sogno, così come nell’uso del khomus e nel canto di melodie gutturali.
Il
settimo chokyr ha l’aspetto di un tunnel di luminosità blu. Si trova alla base del cervello ed è l’estremità inferiore del Pilastro del Cielo. Il suo sovrano totemico è l’Orso. Simbolo mistico: martelletto. Corrispondenza stellare: Merak (beta dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Il chokyr dell’Orso è una forza che spinge le persone a superare ostacoli e a raggiungere vette, talvolta di contenuto astratto o utopico. Sotto la sua influenza, la persona inizia spesso a comprendere l’importanza del conseguimento collettivo degli obiettivi. Comincia a cercare il proprio maestro e, quando lo incontra lungo il cammino, talvolta rifiuta di accettarlo come guida. Questo, di norma, si trasforma in un’ingiustificata superiorità sugli altri, che a sua volta conduce all’isolamento su sé stesso e a un’ulteriore indulgenza nei pensieri sulla propria eccezionalità.
Il chokyr dell’Orso è talvolta definito centro coordinatore, poiché “monitora” lo stato del mondo circostante, sia materiale sia etereo, e controlla la reazione del corpo ai segnali ricevuti dal cervello. Interagisce strettamente con le radici occipitali del midollo spinale e con la ghiandola pituitaria. Le malattie causate da uno squilibrio in questo tunnel sono associate a alterazioni dei sensi, in particolare olfatto, udito e gusto. Possono inoltre manifestarsi deviazioni più gravi sotto forma di vari disturbi mentali, fino alla follia.
L’Orso è un animale mistico che conferisce all’uomo grande forza fisica. Ma prende sempre qualcosa in cambio. Spesso, quando offre i suoi servigi, sottrae l’intelligenza. Perciò, il lavoro sciamanico con questo centro deve essere condotto con grande cautela, per non disturbare l’armonia raggiunta nel chokyr del Ragno.
L’
ottavo chokyr si osserva nello stato di coscienza alterata come un tunnel di colore blu scuro. La luminosità è concentrata in un punto appena sopra la colonna vertebrale, di fronte al cervelletto. Emerge in superficie nel corpo nell’area appena sopra le sopracciglia. Il suo sovrano totemico è la Tigre. Simbolo mistico: cristallo di quarzo. Corrispondenza stellare: Dubhe (alpha dell’Orsa Maggiore). Segno sacro:
Forse il chokyr della Tigre è l’unico centro a cui il pensiero scientifico moderno presta più o meno attenzione. Tuttavia, tale attenzione è rivolta principalmente non al tunnel a forma di imbuto in sé, ma all’organo anatomico dove si trova la sua parte stretta. Questo organo è chiamato ghiandola pineale o epifisi. La parte larga dell’imbuto si proietta tra le sopracciglia ed è definita “terzo occhio” nella maggior parte dei sistemi mistico-filosofici. Tale denominazione è stata direttamente determinata dalle capacità di questo centro di potere, caratterizzate dalla facoltà di vedere le cose nella loro vera luce. Un chokyr della Tigre ben sviluppato apre nell’uomo una sorgente di saggezza e di straordinari doni mentali, mentre, in caso di squilibrio, provoca deviazioni nello sviluppo psichico, accompagnate, di norma, da mal di testa. Nello sciamanismo il lavoro con questo centro riveste un’importanza primaria. Esso è facilmente visualizzato e percepito fisicamente sotto forma di formicolio nella parte inferiore della fronte. La concentrazione su questo punto funge da ponte verso la conoscenza delle profondità del sé umano e verso la percezione di altri mondi. La focalizzazione dell’attenzione sul chokyr della Tigre può essere impiegata praticamente in qualsiasi tecnica meditativa.
Il
nono e ultimo chokyr, o
kapu-chokyr, è una macchia sferica di colore violetto, situata al di sopra del capo. Il suo sovrano totemico è il Corvo. Simbolo mistico: i rami (talvolta le radici) dell’Albero del Mondo. Corrispondenza stellare: Alrukaba, Polaris (alpha della Piccola Orsa). Segno sacro:
Sul piano fisico, il centro di potere del Corvo corrisponde alla sommità del capo, e la sua principale azione consiste nell’estrarre la forza del Cielo. La rivelazione del kapu-chokyr del Corvo non è un compito facile, e spesso rimane irraggiungibile. Esso è chiamato il Padre Celeste, il Fondamento dell’Universo Supremo, la Pienezza e il ritorno al Tempo Mitologico. In modo incomprensibile esso si fonde in un Unico Indissolubile con il kapu-chokyr inferiore dell’Aquila. Questa fusione non può essere spiegata con linguaggio terreno. Può soltanto essere percepita, stando direttamente di fronte alla Soglia, al di là della quale tutte le limitazioni vengono rimosse e si dischiude l’Infinito.
Il centro del Corvo induce nell’uomo l’anelito alla conoscenza superiore, all’illuminazione, alla ricerca di contatti con altre regioni dell’Universo. Gli antichi ne indicavano la presenza nell’uomo con il Sole che sorge dal capo. Ma non si trattava di un sole materiale che illumina la terra, bensì di un sole spirituale che simboleggia la Luce Primordiale, ossia la luce priva di astro.
Emanando irradiazione, l’alto kapu-chokyr del Corvo si riversa come pioggia vivificante nel corpo umano e consente al seme della mente, assopito nel kapu-chokyr inferiore dell’Aquila, di germogliare. L’albero che ne scaturisce connette le sfere e crea il Ponte Cosmico che il Primo Sciamano Celeste lasciò in eredità agli uomini durante la sua ultima kamlana.
- Olard Dixon. Shamanic Healing
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Il simbolo del fulmine
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Si presti attenzione alla connessione con il simbolo radicale slavo del fulmine di Perun:
e ai simboli dell’Aquila e del Corvo, che rappresentano lo stesso simbolo a sei punte ruotato lateralmente, così che, una volta combinati, essi danno dodici estremità.
Il Corvo ripete esattamente il simbolo del fulmine. Queste culture coesistevano, e gli sciamani degli Urali in particolare affermano che la loro cultura fu lasciata in eredità dal Popolo Bianco dei Čud. Molte tribù nomadi, così come numerose tribù selvagge di varie parti del mondo, riconoscono di aver ricevuto la loro cultura da una Razza altamente evoluta, o Razza di Dèi, che un tempo abitava nei loro territori, descrivendola per lo più come la Razza Bianca.
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Novantanove mondi
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Per quanto riguarda i chakra, ci fermiamo qui.
Per quanto riguarda i corpi o i mondi, come ho già detto, secondo le culture sciamaniche della Siberia, essi possono dividersi al loro interno. E, non importa quanti mondi esistano, essi sono tutti governati da una o un’altra ipostasi di Tengri. Talvolta la descrizione arriva fino a 99 mondi, ma anche in tal caso ciascuno di essi è governato da un Dio, il cui nome termina con la parola Tengri. Anche i Greci chiamavano diversi Dèi con la parola Zeus, e i Mesoamericani chiamavano diversi Dei con la parola Tezcatlipoca, per esempio Tezcatlipoca Rosso, Tezcatlipoca Giallo, Tezcatlipoca Nero, ecc.
La dettagliatura segue sempre il principio della moltiplicazione per 9 e ciascuno dei mondi è sempre suddiviso in tre sub-mondi: il Superiore, l’Inferiore e il Medio, tutti governati dall’ipostasi di Tengri, così come nell’Antica Grecia: Zeus – il Mondo Superiore, Poseidone – il Mondo Intermedio, Ade – il Mondo Inferiore.
In ciascuno di questi 99 mondi vi sono 7 strati, corrispondenti al numero dei principali chakra, e 33 livelli, che fanno riferimento alle 33 vertebre.
“Nell’immagine metaforica del megacosmo tracciata dal grande sciamano Kara-baksy, i paradigmi e i simboli archetipici che caratterizzano sostanzialmente il psicocosmo e la cosmogonia sciamanica sono messi in risalto compositivamente.
“Zengir de zengir zengir zengir kөk, Zengir kөkte tәnir kөp” – modello espressivo paradigmatico dell’universo ascendente a strati; in ciascuno strato, secondo Baksy, vi è un signore (Tenir, così come Baal in sumero, indica chiaramente qui “signore”).
“Akikat ғой жетi қat aspan ekeni-ұлы Тәнір мекені” – affermazione paradigmatica del modello del mondo superiore a sette strati – dimora del grande Tengri, regno della verità.
“Qaradan qaraadan qara zher, - qara zher assty tola el” – immagine paradigmatica dei mondi transfisici discendenti a strati, abitati anch’essi in modo denso.
“Ғaryshtan ғarysh ғalam bar” è una metafora complessa che esprime l’isomorfismo di ciascun strato del cosmo con una particolare coscienza.
“Kөktөbe” – l’immagine della montagna del mondo, il Sumeru turco o l’Olimpo.
“Bayterek” – l’immagine dell’albero del mondo, o immagine metaforica sincretica dell’intero megacosmo nell’aspetto del movimento – della crescita.
“Tөrt bұryshty zherinde tөrt qubyla” – l’immagine della Terra con i suoi quattro lati del mondo.
“Kubyla sayyn kөk teniz, kөk teniz sayyn tenir-tau” – l’immagine dell’oceano primordiale metafisico generativo, che si estende lungo le quattro direzioni della luce;
“Kөk өgiz” – un toro blu, che sostiene l’intero universo – immagine archetipica di una forza primordiale senza tempo (conoscenza, energia), su cui tutto si fonda”.
I mondi sono simultaneamente coscienze. Ciò si riflette anche nella meccanica quantistica e nel suo concetto di Osservatore. In altre parole, coscienze differenti osservano mondi differenti.
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Tre Anime
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Come gli antichi egizi, i popoli turchi possiedono più anime che si comportano in modo differente. È interessante notare che avevano un concetto di albero genealogico, rappresentato simbolicamente come un albero reale. Si credeva che, se l’albero degli antenati, cioè il clan, fosse “estirpato dalle radici”, le anime degli antenati di quel clan perirebbero. I Baksy (sciamani kazaki) menzionano inoltre che, se il clan si estingue, le anime del clan possono dissolversi in polvere nell’astrale, poiché non vi sarà “nessuno a ricordarle”; in altre parole, che lo si spieghi con la reincarnazione, la commemorazione o altro, essi sanno che esiste una cosiddetta seconda morte.
Come avviene la nascita e la vita dell’uomo:
“Secondo i Tăngriani, la vita di ciascuna persona ha inizio nella zona celeste dell’universo. Tәңri invia kut, kot (anime) dei futuri bambini ai rami dell’albero genealogico. Nel folklore tartaro, l’albero nutre (dà vita a) i bambini; esso è simbolo di vita e garante del benessere dei membri della famiglia. Attraverso l’albero genealogico, Tәңri invia kut (cat), tyn, sur a una donna. Inizia così il periodo uterino della vita terrestre umana, durante il quale si forma il corpo umano, composto di carne, ossa e sangue. Con la nascita dell’essere umano, il primo segno della quale è il “respiro” (tyn, tun), inizia il periodo del soggiorno dell’uomo sulla “terra lunare-solare”. Estirpare un albero genealogico significa condannare a morte le persone ad esso legate da vincoli di parentela. Perciò l’albero degli antenati veniva preservato, nascosto e non se ne parlava con nessuno.
I Tatar-Tăngriani credevano che il tyn (tun) appartenesse agli esseri viventi – uomini e animali. Con la nascita di un essere umano, il tyn segna l’inizio della vita. Il tyn accompagna la persona per tutto il periodo della sua esistenza, fino alla morte, finché il respiro non si interrompe (youne bette, tunu үzuldi). I Tartari ritengono che, con la morte di un uomo, il tyn presente nella rinofaringe, nei polmoni e nell’osserdium salga al mondo superiore insieme all’ultimo respiro del morente.
I Tatar-Tăngriani associavano al kut la forza vitale dell’uomo, dalla nascita alla morte. Il kut (kot) è la forza della vita, la stessa essenza della vita, di origine divina, proveniente dal Cosmo. Il kut, così come il tyn, è una sostanza inalienabile di un essere vivente. Il kut (cat) ha la capacità di lasciare il corpo umano durante il sonno in modo arbitrario, sotto forma di piccolo fuoco. Esso utilizza le narici per uscire e rientrare. Talvolta la persona che dorme lo vede vagare in luoghi diversi durante il sogno. Questo kut, nello “scheletro” dello sur (forma umana), lasciando il corpo, si sposta verso luoghi in cui la persona è stata in passato, e ritorna quando la persona si risveglia. Il kut (cat) può uscire dal corpo anche involontariamente, per esempio durante uno spavento, dicendo: “Kotym chykty” – “Il Kut è uscito”, oppure durante l’ingresso in trance o ipnosi. Nella maggior parte dei casi il kut (cat) ritorna autonomamente, ma talvolta è necessario l’intervento di un kam o di un chiaroveggente. Per questo motivo, una persona addormentata (specialmente un bambino) veniva svegliata con cautela, affinché il kot (kut) potesse ritornare nel corpo mentre la persona era ancora sveglia. La perdita del kut comporta sempre sventura: è malattia se la perdita è temporanea, o morte se irreversibile. La perdita del kut, così come del tyn, conduce alla morte. Dalla parola kut derivano i termini kutla, kutlu, kutlat, ecc.
Tәңri dona all’uomo lo sur insieme al kut e al tyn. Lo sur cresce e si sviluppa insieme all’essere umano. Si credeva che lo sur contenesse il mondo psicologico interiore della persona. Lo sur viene tradotto in russo come “apparenza”, “immagine”, “riflesso”, ma questa traduzione non corrisponde al significato esatto. Grazie allo sur, il kut che viaggia al di fuori della persona diventa visibile ad alcune persone. Accade in questo modo: una persona dice a un’altra che l’ha vista in un determinato luogo, anche se quella persona non si trovava lì. Allora questa risponde al destinatario: “Forse hai visto il mio sur”.
Descrizione di tutte le Anime e della loro natura:
“
Kut.
La sostanza triune dell’uomo kut consiste di materia e spirito:
• la sostanza materiale terrestre buor-kut – il corpo materiale dell’uomo.
• la componente genetico-informativa di un essere umano, trasmessa a lui attraverso il sangue materno e paterno, è iye-kut.
• lo spirito divino salgyn-kut è una scintilla di Dio, una sostanza eterica insufflata dal Dio Tengri nella fronte del neonato al primo respiro.
Tyyn.
Nella tradizione tengriana, ogni persona è sospesa al sole, alla stella, tramite invisibili raggi solari, fili tyyn, alla cui estremità vi è una sostanza divina eterica. L’idea della sua natura di fuoco-aria (uot-kүөt – fuoco-aria), luminosa, è collegata al concetto di kүөt, associato al mantice del fabbro. Con l’avvicinarsi della morte, i fili di sole-aria – le redini youyn – si tendono, si accorciano (youyn kylgyr). Quando le redini si spezzano – tyyn fastar – sopraggiunge la morte, e il salgyn-kut insieme al tyyn lascia il corpo e risale a Tengri-Creatore lungo la via sacra – Ak Zhol, Ayyy Suol, Ar Chol, ecc. In kazako, “youң men zhan shygady” significa che l’anima lascia con il respiro.
Il concetto di “youңыштық” significa pace, riposo e tranquillità, da cui il concetto di “youңық” – arresto del respiro e della circolazione del sangue, cioè l’arrivo della morte. La nozione di “tyn” forma un altro campo semantico connesso con le idee di primordiale, intatto, puro. “Tyn zher” – terra non arata, intatta, ma fertile. “Tyn kishi” – persona dalla mente pura.
Sur significa l’energia vitale che dipende dall’unità interiore delle tre forme della sostanza umana kut, dalla sua manifestazione e dal suo auto-sviluppo.
Oibon è, nello Tengriismo jakuto, una categoria identica al chakra indù. Sono i centri di concentrazione del kut e del sur, situati nel corpo interiore (sottile) dell’uomo. Un vortice che riflette l’idea di oibon come vortice di energia psichica (cosmica, vitale) è detto burkhan, burҕa.
(Qui sopra lo abbiamo visto come i 9 Chokyr).
Өrkön è il raggio, l’oybon dalla vibrazione più elevata. Riflette la connessione del kut con la coscienza spirituale”.
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Tre Soli
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Probabilmente il concetto più misterioso è quello dei Tre Soli. In generale, ciascuno dei 99 mondi possiede i propri soli, lune e stelle. Inoltre, in ognuno dei mondi vi sono tre Soli. Il primo e originario Sole, o Fuoco Celeste, è il Sole di Tengri, il Sole Esterno, che si sarebbe manifestato con l’Esplosione.
E qui va detto che la parola Ten-Gri stessa si scompone in due parti: Ten / Tian è il Cielo, come abbiamo già visto. Gri è qualcosa di simile a Sole, Fuoco o Virilità.
Il fatto che il Fuoco e la Luce appartengano alle caratteristiche essenziali principali di Tengri come Assoluto, combinando insieme principi sia spirituali sia materiali in un’essenza trascendentale di natura non-duale, è testimoniato dallo stesso termine che denota questo fenomeno, composto da due radici:
• “TEN” // “Tan” // sumero din // cinese tan // russo tan’ (день, giorno) ecc.;
• ‘gr’ // ‘hr’ // ‘kor’ // ‘khor’ // ‘gor’ // ‘gar’ // ‘gur’ // ‘kur’ // ‘gir’ // ‘ra’ // ‘er’ // ‘eri’ // Kit. “ri“-”zhi“, varianti – kol // gal // kolo // khoro // gallo ecc.”.
Si presti attenzione: ten significa anche il numero 10. Ciò potrebbe rivelare alcune delle caratteristiche numerologiche di questo numero (si veda più sotto, nella sezione Nozione del Cielo Eterno).
La prima parola radice manifesta chiaramente i significati di “alba”, “giorno”, “luce del giorno”, “luce solare e fuoco”, “alba mattutina”, “levata del sole”, ecc. La seconda parola radice è “maschile solare”, “Sole”, “uomo”, con cui è associato il concetto di “Dio Sole”, che si trova nel Cielo visibile ed è rappresentato come Divinità Solare-Celeste. Questo “Sole” è il “Secondo Sole”, che è il Sole Celeste “esterno” rispetto all’Uomo e al “Sole Interiore” della Terra.
Inoltre, è necessario parlare separatamente della principale Dea Suprema dei Turchi, conosciuta più spesso come Omai, Ymai o Umai, il cui nome significa madre.
E ancora, voglio raccontare un mito su di lei, affinché diventi chiaro il suo legame con le nostre Dee.
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Omai
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Secondo tutti i miti sciamanici siberiani, la Dea Suprema era direttamente coinvolta nella creazione del mondo. Tradizionalmente, come Tengri, viene rappresentata come un uccello, nello specifico un’anatra o qualsiasi altro volatile acquatico che popola la regione della credenza, più spesso un loon. Ciò ricorda Lilith, che nei primi miti sumero era anch’essa raffigurata come un uccello, simbolo della sua elusività. Apparendo in particolare come un uccello gigante, secondo il mito sumero, salvava l’umanità sulle sue ali durante i cataclismi nati dalla follia dell’uomo o dalla follia dei suoi superiori.
Secondo i miti sciamanici, questo loon volava sopra l’oceano primordiale del mondo e non aveva dove posarsi e deporre l’uovo; così, secondo alcuni miti, lo deponeva direttamente nell’aria, secondo altri si immergeva sul fondo dell’oceano e sollevava la terra da esso fino a formare i continenti, a quel punto deponeva un uovo da cui emerse tutta la vita. Per via della creazione della terra densa, è chiamata Madre Terra, il che la collega a Astarte. Con Astarte e il sigillo di Astarte è anche legata al fatto che combina i cinque elementi che costituiscono l’uomo, come sarà ulteriormente illustrato nella descrizione della medicina sciamanica tradizionale; in questo senso, è Madre Terra.
La questione è che nello sciamanesimo siberiano quasi ogni cosa possiede la propria Dea, e il numero delle Dee è in realtà infinito. Tutto ha una madre: la Madre dell’Acqua, la Madre del Fuoco, la Madre della Terra, la Madre dell’Aria, la Madre del Legno – i cinque elementi; poi la Madre del Sole, la Madre della Luna, la Madre della Pietra, e in principio la Madre (cioè lo Spirito) di qualunque cosa. E, così come quasi tutti gli Dei venivano chiamati (nome principale)-Tengri (un po’ come un cognome, o qualcosa di simile al “secondo nome” presso i latinoamericani), così tutte queste madri in qualche modo convergono in Omai. Quindi, Omai è anche la Madre Terra e possiede anche l’Intero Sole o il Fuoco Interiore, il che non sorprende se è anche la Madre del Fuoco. E nel caso in cui una donna non possa generare un figlio, perché nel suo grembo non vi è abbastanza calore, esistono riti rivolti alla Dea, chiedendo che condivida il suo fuoco materno per riscaldare il bambino. E nel mito dei tre Soli vediamo che la Madre Terra possiede il proprio Fuoco o Sole. Nella medicina tradizionale cinese ciò corrisponde a Ming Meng, e tutte e cinque le madri corrispondono ai cinque organi.
Il terzo Sole è il Sole Interiore dell’Uomo, che unisce il Sole di Tengri e il Sole di Omai.
Al pari di Tengri, anche lei veniva rappresentata mentre reggeva il Graal sul suo Chakra Solare.