MARCO AURELIO
Imperatore di Roma
Marco Aurelio è stato uno dei più grandi imperatori di Roma; ha completamente incarnato il titolo di re filosofo. Ancora oggi, anche nei circoli del nemico, il suo nome è esaltato come sovrano tra i sovrani. In ogni modo, evitò tutti gli eccessi e le privazioni che così spesso dominavano gli imperatori romani. Molti esempi della sua condotta personale sono paragonabili a pochi altri sovrani nella storia in termini di saggezza, equilibrio e sicurezza.
PRIMI ANNI DI VITA
Marco Aurelio, uno degli imperatori più celebri dell'antica Roma e filosofo venerato per le sue meditazioni stoiche, nacque il 26 aprile del 121 d.C. a Roma. Il suo nome di battesimo era Marco Annio Vero e apparteneva a una famiglia ricca e influente che affondava le sue radici nella Spagna meridionale. Marco nacque in un'epoca conosciuta storicamente come la Pax Romana, un lungo periodo di relativa pace e prosperità nell'Impero Romano. I suoi primi anni furono caratterizzati da privilegi, istruzione ed esposizione a influenze intellettuali che plasmarono profondamente il suo carattere.
La famiglia paterna di Marco, gli Annii, aveva un lignaggio illustre, vantando il rango senatoriale da generazioni. Suo padre, Marco Annio Vero il Vecchio, era un politico di spicco e ricopriva la carica di pretore, mentre sua madre, Domizia Lucilla Minore, proveniva da una ricca famiglia nota per le sue attività di produzione di mattoni. Purtroppo, il padre di Marco morì quando lui aveva solo tre anni, nel 124 d.C. Questa perdita precoce ebbe un impatto duraturo sul suo sviluppo emotivo e intellettuale, spingendolo sotto la stretta cura di suo nonno, Marco Annio Vero, un senatore rispettato e amico dell’imperatore Adriano (n.d.T: a dell’imperatore Adriano è linkato: Emperor Hadrian.
Statua di un giovane Marco Aurelio
Suo nonno ebbe un ruolo significativo nella sua educazione, ponendo l'accento sull'istruzione, la virtù e il dovere. La residenza di famiglia sul colle Celio a Roma era un centro di dibattito intellettuale e potere politico, che offrì a Marco eccezionali opportunità di istruzione. Tra i suoi tutori figuravano alcune delle più grandi personalità intellettuali di Roma, che influenzarono profondamente la sua visione del mondo e il suo carattere. Tra questi influenti educatori vi era Marco Cornelio Frontone, illustre retore noto per la sua eloquenza e il suo stile di scrittura. Frontone instillò in Marco un apprezzamento duraturo per la letteratura, la retorica e la comunicazione efficace, abilità che gli furono molto utili nella sua successiva carriera politica.
FILOSOFO-IMPERATORE
Marco Aurelio è spesso conosciuto come un discepolo della filosofia stoica e un sovrano insolito che scrisse direttamente diversi trattati filosofici. Tuttavia, questa sintesi oscura ciò a cui potrebbero essere dovute la sua generosità e saggezza. Aurelio non si limitò mai a seguire le idee stoiche, poiché le sue riflessioni sulla vita derivavano dall'osservazione di una varietà di scuole filosofiche. Il suo primo approccio alla filosofia avvenne grazie a un maestro di pittura, Diogneto. In seguito, è noto che adottò fin da giovane un comportamento austero e severo, indossando la toga dei filosofi e rifiutando ogni lusso, al punto da dormire sul pavimento.
Statue dell'imperatore Marco Aurelio e dell'imperatore Lucio Vero
Molte delle competenze che acquisì gli furono insegnate da Frontone, uno dei più grandi oratori latini, che istruì Marco Aurelio e il suo fratello adottivo Lucio Vero nell'esercizio dello stile e della moderazione nel parlare, oltre a seguire da vicino la maturità dei due uomini. Il loro legame fu straordinariamente duraturo.
Sebbene la sua salute non fosse mai stata ottimale e dovesse combattere contro un dolore quasi costante, Marco Aurelio praticava molte altre attività fisiche. Una di queste era la caccia agli uccelli con arco e frecce. Era l'esercizio di controllo offerto da questi sport e il parallelo con l'abilità di formare convinzioni (una persona che cerca la conoscenza deve avere la stessa abilità dell'arciere nel colpire un bersaglio) che coltivò la mentalità dell'eventuale imperatore di Roma.
Marco fu istruito principalmente dal padre adottivo, l'imperatore Antonino Pio, al quale attribuisce il merito di aver contribuito maggiormente al suo sviluppo guidandolo sulla retta via. Dalla madre adottiva e zia biologica, Faustina, Marco imparò molto sulla benevolenza e la carità, che mise in pratica durante il suo regno.
Ad esempio, dopo l'alluvione del Tevere all'inizio del suo regno, aprì i granai romani ai poveri. Fu questo senso di gratitudine verso gli altri che spinse Marco a consultarsi sempre con gli uomini più saggi prima di prendere una decisione, a permettere la libertà di parola e a chiedere sempre il parere del Senato quando utilizzava i fondi del tesoro. Egli affermò addirittura che:
È più giusto che io mi pieghi al consiglio di così tanti amici piuttosto che così tanti amici si pieghino ai miei desideri, dato che io sono solo uno. 1
In aggiunta:
Hic cum omnibus Romae aequo iure egit, ad nullam insolentiam elatus est imperii fastigio; liberalitatis promptissimae.
Trattava tutti a Roma con lo stesso senso di giustizia e non era arrogante nonostante la sua sovranità; era sempre pronto alla generosità. 2
Adriano, imperatore di Roma, notò il talento del giovane Marco e si ipotizza che abbia complottato per farlo diventare suo successore: fin da piccolo aveva notato il suo modo schietto di dire la verità e così Adriano lo soprannominò “Verissimus” (il più sincero).
Quando Pio morì, Marco divinizzò il suo padre adottivo il più presto possibile. Allo stesso modo, Marco non governò come unico imperatore, ma insieme al suo fratello adottivo, Lucio Vero. Fino a Diocleziano, nessun altro imperatore romano avrebbe governato in modo così armonioso, anche se Aurelio disapprovava lo stile di vita lussuoso di Vero, i due mantennero un rapporto stretto e amichevole. Ancora oggi i due sono raffigurati fianco a fianco in statue solenni, simbolo duraturo di buon governo.
Il rispetto che Marco mostrava a tutti i suoi insegnanti era immenso:
Inoltre, riservava grandi onori ai suoi insegnanti in generale, tanto da conservarne statue dorate nella sua cappella e da rendere consuetudine rendere omaggio alle loro tombe con visite personali e offerte di sacrifici e fiori.1
Quando nel 161 d.C. divenne co-imperatore insieme a Lucio Vero, Marco era eccezionalmente preparato dal punto di vista intellettuale, morale e amministrativo. La sua giovinezza, caratterizzata da tragedie, istruzione, tutoraggio e ricerca filosofica, gli aveva fornito la profondità di carattere e l'intuito necessari per governare in modo efficace ed etico.
L'APICE DELL'IMPERO
Durante il suo regno, Roma raggiunse il suo apice massimo come regno di marmo e pietra. Aurelio rappresenta il periodo in cui la divina cultura greca fiorì in tutte le terre romane, con lui stesso come custode di questa cultura fin dall'infanzia, amministratore di questa forma di sintesi culturale che addolcì molti degli aspetti spietati della cultura romana e sembrò avviare l'Impero su un percorso più divino.
Era noto per la sua intelligenza penetrante, il senso di giustizia e la benevolenza. Un esempio di ciò è il grande valore che attribuiva a tutte le forme di vita. Mentre altri imperatori condannavano a morte intere famiglie per aver alzato un dito contro di loro, per Aurelio i tentativi di attentato alla sua vita non erano puniti con crudeltà eccessiva. Nel caso di Cassio, un generale ribelle che cercò di rovesciarlo, Aurelio ordinò l'esecuzione solo di coloro che erano direttamente coinvolti, dopo aver esaminato e riflettuto attentamente su ogni dettaglio, compensando al contempo la famiglia di Cassio, che era stato assassinato. Mentre i plebei e altri a Roma gli chiedevano di mostrare entusiasmo per i sanguinosi giochi gladiatori, Aurelio pretese che le armi fossero sostituite con altre che non causassero ferite gravi in sua presenza.
Quando venne a sapere che i pretori stavano affrettando i casi di crimini capitali, ne rimase sconvolto. Furono costretti a rifare i processi sotto la sua supervisione.
Non c'era nessun sovrano dell'antichità così amato dal suo popolo e dal Senato come Marco Aurelio, un'impresa non da poco in un impero che si stima ospitasse sessanta milioni di persone e che durante il suo regno fu decimato da una pestilenza, invasioni straniere, cospirazioni e molti altri problemi. Alla sua morte, fu divinizzato all'unanimità dal Senato. L'unica critica postuma che qualcuno poté muovergli fu quella di non aver utilizzato abbastanza il tesoro per gli intrattenimenti.
CULTO DELLA FAMIGLIA
La sua devozione nei confronti della moglie Faustina e dei figli era ben nota. Faustina seguì Aurelio in molte delle sue campagne militari. Aurelio ebbe molti figli, molti dei quali non raggiunsero l'età adulta, e si ritiene che questo abbia influenzato i passaggi sulla morte presenti nelle Meditazioni. Quando suo figlio Commodo si ammalò di febbre, chiamò il famoso medico Galeno per curarlo. Alla morte di Faustina, fece erigere una statua d'oro in suo onore, dimostrandole così la sua stima. Aprì anche delle istituzioni per ragazze orfane intitolate a lei.
Tuttavia, la sua saggezza non risiedeva solo nell'adesione a queste scuole di filosofia, arte o sport, né nella sua benevolenza, ma era la somma totale dell'essere un individuo di alto livello e gran lavoratore sotto la tutela degli Dèi, che prendevano molto sul serio ogni questione. Fu coltivando la divinità in sé stesso, descritta in dettaglio nelle pagine delle Meditazioni, che Aurelio imparò a lavorare con gli altri e sfidò le probabilità per mantenere Roma durante la sua vita come un regno d'oro.
Marco Aurelio come Marte e Faustina come Venere, Musei Capitolini
Più tardi, da adulto, si dedicò ai Misteri Eleusini e a numerose prove spirituali per ascendere a un livello spirituale ancora più elevato, per cui ricompensò grandemente la città di Atene installandovi maestri in ogni ambito della vita:
Quando Marco giunse ad Atene e fu iniziato ai Misteri [eleusini], non solo conferì onori agli Ateniesi, ma anche, a beneficio del mondo intero, istituì ad Atene insegnanti in ogni branca del sapere, garantendo loro uno stipendio annuale.3
L'impegno di Marco Aurelio nei confronti dell'atteggiamento stoico si approfondì con l'età, influenzando profondamente il suo governo e la sua condotta personale. Era particolarmente attratto dall'enfasi stoica sul dovere, la virtù, la razionalità e l'autocontrollo. Questi principi permeavano ogni aspetto della sua vita personale e politica, preparandolo in modo unico alle sfide che lo attendevano.
Tuttavia, contrariamente a quanto si crede oggi, egli non era solo uno stoico, ma mescolava diverse discipline filosofiche dell'epoca, rifuggendo solo dall'ateismo totale.
GUERRA
In linea con i temi delle Meditazioni sull'espansione e sul rimanere fedeli al proprio compito nella vita, il difficile compito di Marco Aurelio era quello di difendere ed espandere lo Stato romano mentre affrontava diversi disastri. Per questo motivo, intraprese diverse guerre contro i Marcomanni e altre tribù germaniche che si erano insediate illegalmente a Roma. Marco Aurelio è quindi conosciuto come uno dei più prolifici condottieri militari di Roma e la sua guerra fu considerata dal pubblico alla stregua delle guerre puniche, poiché la concluse con successo nonostante diversi disastri.
Marco Aurelio era noto per portare filosofi e anime evolute sul campo di battaglia:
Infatti, si racconta che Arnuphis, un mago egiziano compagno di Marco Aurelio, avesse invocato con incantesimi varie divinità, in particolare Mercurio, Dio dell'aria, e in questo modo avesse attirato la pioggia...1
In seguito, costruì un santuario dedicato a Hermes e realizzò anche l'imponente Colonna di Marco Aurelio, che ancora oggi si erge come imponente monumento al potere e alla grandezza di Roma.
COLONNA DI MARCO AURELIO
La Colonna di Marco Aurelio si trova ancora oggi in Piazza Colonna a Roma. Eretta in suo onore, commemora le campagne militari dell'imperatore Marco Aurelio contro le tribù germaniche dei Marcomanni, dei Quadi e dei Sarmati. L'imperatore Marco Aurelio è raffigurato come un conquistatore e una figura solenne del dominio romano.
I rilievi che adornano la forma a spirale della colonna raccontano lo svolgimento della guerra in modo quasi mitico. Dione e altri storici attestano il cosiddetto “miracolo della pioggia”, anch'esso ampiamente raffigurato in una scena.
BIBLIOGRAFIA
1 Augustan History, unknown
1 Storia Augustea, autore sconosciuto
2 Breviarium ab Urbe Condita, Eutropius
2 Breviarium ab Urbe Condita, Eutropio
3 Book LXXII, Roman History, Cassius Dio
3 Libro LXXII, Storia Romana, Cassio Dione
Meditations, Marcus Aurelius
Meditazioni, Marco Aurelio
Marcus Aurelius: The Stoic Emperor, Donald J. Robertson
Marco Aurelio: L'Imperatore Stoico, Donald J. Robertson
CREDITI:
[SG] Karnonnos