Karasu13
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Buongiorno fratelli.
Oggi faccio un post che segue questo argomento che avevo già aperto.
Vi invito inanzititto ad osservare il sigillo di Vepar.
Uno dei primi luoghi astrali che ho visto ad occhi chiusi (dopo il lago con le 2 piramidi) è una nave, con un isola non troppo lontana.
Un giorno Vepar mi contatta dicendomi questo: "ricordati di controllare la tua nave ogni tanto...".
Una visione che ebbi un giorno proiettandomi li è stata molto chiara.
La nave in origine la vedevo decadente, a mala pena stava a galla.
Su di essa ricordo di aver trovato un ciondolo particolare. Era composto da 2 piccoli triangoli messi uno vicino all'altro, uno blu e l'altro giallo.
Quando mi avvicinai al timone della nave Vepar mi incitò ad avvicinare il ciondolo al timone e poi di provare a usarlo.
Il timone si mosse e nella visione venni come colpito da un raggio fortissimo di sole, e mi vidi a bordo della nave in mare aperto. Questa volta di sotto non c'erano buchi e mi sentivo libero di guidarla dove volevo.
Ai tempi Vepar tendeva a incitarmi riguardo trovare un "tesoro", e di prendere in mano il timone.
Questo è uno dei significati alchemici del suo sigillo.
Se lo osservate bene è una nave che porta i 3 nadi principali come bandiere.
Ricordo il medaglione che ho trovato sulla nave nella mia vecchia visione.
Un triangolo blu e uno giallo (il primo e il sesto chakra, il collegamento che senti quando è attiva la ghiandola pineale e vedi una forte luce).
Se il mare (il sesto chakra) è tutto, Il passato, l'unione, i ricordi, la visione del futuro, il timone è un allegoria del terzo chakra. La forza che ti serve per girarlo e muovere l'intera nave, insieme alla certezza di sapere la meta del tuo viaggio.
Il tesoro (l'oro) è dentro di noi.
Noi siamo il mare (i chakra superiori) ma anche la nave (quelli inferiori) che lo attraversano.
Il tesoro chiaramente non è uno scrigno di metallo ma il viaggio che ci porta a raggiungere la perfezione spirituale, allegoricamente parlando l'oro.
Vepar mi fece poi un grosso esempio con un racconto.
Mi parlò di un personaggio realmente esistito, di William Adams.
Il marinaio inglese che finì per "caso" in Giappone prima della battaglia di Sekigahara, che fu fondamentale per lo stabilirsi dello Shogunato dei Tokugawa.
Per chi non sapesse della sua storia e dell'importanza che ha avuto per le sorti del Giappone vi consiglio di documentarvi. È una storia che sembra uscita da un film ma è davvero reale.
"
"C'era una volta un marinaio che partì per un viaggio lontano da casa.
Affrontò per giorni e giorni un viaggio che sembrava non avere fine.
Molti suoi compagni morirono per le violente tempeste, un clima inconsueto anche per un marinaio esperto come lo era William.
William durante i suoi viaggi portava dentro il suo cuore una fede assoluta.
Non gli importava del clima inospitale, delle difficoltà, del pericolo di aver davanti la morte.
Teneva il timone della nave con la stessa fede con la quale credeva in dio.
Il dio che lui chiamava "onnipotente" non era che una fandonia, alla quale nemmeno lui in fondo credeva. Eppure con davanti la morte non poteva fare altro che pregare, e a rispondere era una voce che parlava diritto alla sua anima, alla sua essenza.
Gli apparve come una sirena bellissima.
la sirena lo consolava:
"William non temere le onde del mare.
Non sono che semplici ricordi di battaglie, che fuori e dentro di te hai la forza di superare."
A sentire questa voce William prendeva con tutta forza il timone e guidava i suoi uomini verso ciò che per gli inglesi era la terra dell'oro, un nuovo mondo."
Molti dei suoi uomini perirono, cinque navi non arrivarono a destinazione. Alcune non superarono lo stretto di Magellano, un altra fu aggredita da popoli ostili durante una fermata.
Ma William ce la fece, affidò se stesso al timone, e vinse la tempesta guidato da colei che fin da bambino gli era stata promessa sposa."
La sirena poteva essere la voce del mare, o una dea per quel che ne sappiamo (io non ve lo dirò).
La sua controparte femminile.
Questa storia mi ha fatto capire un paio di cose.
Primo che gli dei per interagire trovano finestre non sempre evidenti.
Dovete tenere a mente che Satana governa sulla verità, il nemico ha potere sull'inganno.
La preghiera Vera viene dal cuore, dall'essenza, molti non ne capiscono la l'importanza.
Di certo non chi prega incessantemente quell'altro dio affidandogli il peso di ogni sua parola non detta e azione non fatta, ma anche chi su questo cammino si definisce Satanista senza però mai prendere in mano il timone della sua nave.
Anche uomini rimasti su carta "fedeli" dall'altra parte lungo la storia hanno contribuito alla grande causa di Satana per la verità in tempi bui: William Adams ne è un esempio, ma potrei parlare anche di Beethoven, di Caravaggio (verrebbe una lista lunga)...
Nella nostra luce, nella nostra essenza siamo fedeli a Satana, Satana e i nostri dei ci guidano ad essere fedeli a noi stessi e a superarci.
Vogliono che eventualmente intraprendono il cammino dell'eroe.
Perché aspettare? Perché nasconderci da noi stessi? Perché vivere mentendo sui nostri problemi chiudendoci nella dispensa della nave?
Ognuno di noi dovrebbe inanzitutto parlare con gli dei, rivolgersi a loro, conoscerli, pregarli.
Loro ti insegneranno eventualmente a pregare te stesso. Quando sarete pronti a tenere il timone con le vostre mani, vi lasceranno andare e faranno il tifo per voi.
Tornando sul discorso del mare.
Se sentite in qualche modo di essere legati ad esso, se sentite in passato di essere stati dei guerrieri, dei sognatori, degli avventurieri che hanno sfidato il mare e la tempesta vi consiglio apertamente di rivolgervi a Vepar. È davvero magnifica
Oggi faccio un post che segue questo argomento che avevo già aperto.
Riguardo l'acqua, Astarte e il passato
Condivido una cosa con voi. Ho appena finito di tradurre il rituale di Dagon e sono molto ispirato. Una volta Vepar mi disse questo riguardo il mare, la prima volta che parlò con me almeno in questa vita: "Il mare è tutto, Il passato, l'unione, L'infinito. Le navi che lo attraversano, Le...
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Vi invito inanzititto ad osservare il sigillo di Vepar.
Uno dei primi luoghi astrali che ho visto ad occhi chiusi (dopo il lago con le 2 piramidi) è una nave, con un isola non troppo lontana.
Un giorno Vepar mi contatta dicendomi questo: "ricordati di controllare la tua nave ogni tanto...".
Una visione che ebbi un giorno proiettandomi li è stata molto chiara.
La nave in origine la vedevo decadente, a mala pena stava a galla.
Su di essa ricordo di aver trovato un ciondolo particolare. Era composto da 2 piccoli triangoli messi uno vicino all'altro, uno blu e l'altro giallo.
Quando mi avvicinai al timone della nave Vepar mi incitò ad avvicinare il ciondolo al timone e poi di provare a usarlo.
Il timone si mosse e nella visione venni come colpito da un raggio fortissimo di sole, e mi vidi a bordo della nave in mare aperto. Questa volta di sotto non c'erano buchi e mi sentivo libero di guidarla dove volevo.
Ai tempi Vepar tendeva a incitarmi riguardo trovare un "tesoro", e di prendere in mano il timone.
Questo è uno dei significati alchemici del suo sigillo.
Se lo osservate bene è una nave che porta i 3 nadi principali come bandiere.
Ricordo il medaglione che ho trovato sulla nave nella mia vecchia visione.
Un triangolo blu e uno giallo (il primo e il sesto chakra, il collegamento che senti quando è attiva la ghiandola pineale e vedi una forte luce).
Se il mare (il sesto chakra) è tutto, Il passato, l'unione, i ricordi, la visione del futuro, il timone è un allegoria del terzo chakra. La forza che ti serve per girarlo e muovere l'intera nave, insieme alla certezza di sapere la meta del tuo viaggio.
Il tesoro (l'oro) è dentro di noi.
Noi siamo il mare (i chakra superiori) ma anche la nave (quelli inferiori) che lo attraversano.
Il tesoro chiaramente non è uno scrigno di metallo ma il viaggio che ci porta a raggiungere la perfezione spirituale, allegoricamente parlando l'oro.
Vepar mi fece poi un grosso esempio con un racconto.
Mi parlò di un personaggio realmente esistito, di William Adams.
Il marinaio inglese che finì per "caso" in Giappone prima della battaglia di Sekigahara, che fu fondamentale per lo stabilirsi dello Shogunato dei Tokugawa.
Per chi non sapesse della sua storia e dell'importanza che ha avuto per le sorti del Giappone vi consiglio di documentarvi. È una storia che sembra uscita da un film ma è davvero reale.
"
"C'era una volta un marinaio che partì per un viaggio lontano da casa.
Affrontò per giorni e giorni un viaggio che sembrava non avere fine.
Molti suoi compagni morirono per le violente tempeste, un clima inconsueto anche per un marinaio esperto come lo era William.
William durante i suoi viaggi portava dentro il suo cuore una fede assoluta.
Non gli importava del clima inospitale, delle difficoltà, del pericolo di aver davanti la morte.
Teneva il timone della nave con la stessa fede con la quale credeva in dio.
Il dio che lui chiamava "onnipotente" non era che una fandonia, alla quale nemmeno lui in fondo credeva. Eppure con davanti la morte non poteva fare altro che pregare, e a rispondere era una voce che parlava diritto alla sua anima, alla sua essenza.
Gli apparve come una sirena bellissima.
la sirena lo consolava:
"William non temere le onde del mare.
Non sono che semplici ricordi di battaglie, che fuori e dentro di te hai la forza di superare."
A sentire questa voce William prendeva con tutta forza il timone e guidava i suoi uomini verso ciò che per gli inglesi era la terra dell'oro, un nuovo mondo."
Molti dei suoi uomini perirono, cinque navi non arrivarono a destinazione. Alcune non superarono lo stretto di Magellano, un altra fu aggredita da popoli ostili durante una fermata.
Ma William ce la fece, affidò se stesso al timone, e vinse la tempesta guidato da colei che fin da bambino gli era stata promessa sposa."
La sirena poteva essere la voce del mare, o una dea per quel che ne sappiamo (io non ve lo dirò).
La sua controparte femminile.
Questa storia mi ha fatto capire un paio di cose.
Primo che gli dei per interagire trovano finestre non sempre evidenti.
Dovete tenere a mente che Satana governa sulla verità, il nemico ha potere sull'inganno.
La preghiera Vera viene dal cuore, dall'essenza, molti non ne capiscono la l'importanza.
Di certo non chi prega incessantemente quell'altro dio affidandogli il peso di ogni sua parola non detta e azione non fatta, ma anche chi su questo cammino si definisce Satanista senza però mai prendere in mano il timone della sua nave.
Anche uomini rimasti su carta "fedeli" dall'altra parte lungo la storia hanno contribuito alla grande causa di Satana per la verità in tempi bui: William Adams ne è un esempio, ma potrei parlare anche di Beethoven, di Caravaggio (verrebbe una lista lunga)...
Nella nostra luce, nella nostra essenza siamo fedeli a Satana, Satana e i nostri dei ci guidano ad essere fedeli a noi stessi e a superarci.
Vogliono che eventualmente intraprendono il cammino dell'eroe.
Perché aspettare? Perché nasconderci da noi stessi? Perché vivere mentendo sui nostri problemi chiudendoci nella dispensa della nave?
Ognuno di noi dovrebbe inanzitutto parlare con gli dei, rivolgersi a loro, conoscerli, pregarli.
Loro ti insegneranno eventualmente a pregare te stesso. Quando sarete pronti a tenere il timone con le vostre mani, vi lasceranno andare e faranno il tifo per voi.
Tornando sul discorso del mare.
Se sentite in qualche modo di essere legati ad esso, se sentite in passato di essere stati dei guerrieri, dei sognatori, degli avventurieri che hanno sfidato il mare e la tempesta vi consiglio apertamente di rivolgervi a Vepar. È davvero magnifica