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[Trad] Mihai Eminescu

Thiuda

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Jul 4, 2025
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Mihai Eminescu


Mihai Eminescu

Grande poeta

(Foto 1)

Mihai Eminescu, ampiamente considerato il più grande poeta della Romania, fu un visionario la cui influenza si estendeva ben oltre il suo genio lirico, la saggezza spirituale che manifestava come consapevolezza politica e materiale portò a una dura battaglia con i mali della vita e del nemico, così come a un enorme progresso per l'identità artistica della Romania.

Mentre le sue poesie romantiche come Luceafărul (Lucifero/La stella del mattino) sono celebrate per il loro merito artistico e la loro saggezza è compresa, Eminescu aveva anche complesse visioni teologiche e filosofiche che sfidavano il paradigma religioso della sua epoca in un momento in cui la Romania era ancora profondamente radicata nel Cristianesimo. Questa è in parte una caratteristica della società "segreta" di cui faceva parte, ma è andato ben oltre persino a quel gruppo, per essere considerato una vera e propria personalità Zevista.

Sotto la superficie della sua produzione poetica e giornalistica si trova un filo più profondo di pensiero gnostico dei suoi primi anni e della saggezza genuinamente Zevista nei suoi lavori successivi. Il suo scetticismo nei confronti dell'ortodossia Abramitica e il suo desiderio di liberazione spirituale sono chiari nelle sue opere e nella sua vita.

IL POETA E L'OCCULTO: JUNIMEA

Eminescu era un membro di spicco di Junimea, un'influente società letteraria che ha nutrito alcuni dei più grandi pensatori e scrittori Rumeni. Sebbene fu ufficialmente un forum per discorsi intellettuali e culturali, Junimea fu ben lungi dall'essere un semplice club del libro. Molti dei suoi membri nutrivano opinioni profondamente anticristiane ed esploravano spiritualità alternative, il gruppo si etichettava come gnostico. Mentre il gruppo aderiva alla critica intellettuale esterna, le loro inclinazioni esoteriche riflettevano una sottocorrente che era radicale all'epoca, e il loro odio per le forme di pensiero ebraiche e il danno storico arrecato dal nemico all'identità Rumena erano chiari.

Mentre alcuni dei membri avevano profonde credenze "Cristiane gnostiche", identificando Lucifero con Gesù, e considerando la crocifissione di Gesù il più grande crimine ebraico, questo non era unanime tra il gruppo, poiché Junimea teneva in grande considerazione l'idea che ognuno fosse libero di raggiungere i propri percorsi spirituali e le proprie conclusioni. Tra le loro fila c'erano persone che apparentemente si presentavano come Cristiane ma adoravano la natura, persone che studiavano e contattavano divinità pagane (La validità delle loro interazioni non è ovviamente garantita a causa delle scorie all'interno del gruppo) e le persone che erano assolutamente scollegate dalla struttura "gnostica" e avevano una comprensione più profonda, Eminescu era uno di questi ultimi.

I membri della società erano plasmati dalle tradizioni intellettuali occidentali, in particolare quelle della Germania e della Francia, dove figure come Goethe e Nietzsche stavano trasformando i paesaggi culturali e spirituali, richiedendo una profonda introspezione sui mali, i limiti e i pericoli del pensiero abramitico. Durante il suo periodo all'estero, Eminescu fu introdotto alle scuole Misteriche Dionisiache. Queste influenze filtrarono nelle sue opere, dove l'interazione simbolica di luce e oscurità, desiderio umano e forze cosmiche parlano delle sue inclinazioni gnostiche, mentre la scelta di alcune parole e la direzione artistica indicano che ha raggiunto determinate risposte che sono intrinsecamente molto connesse alla struttura di TdZ.

GNOSTICISMO E ZEVISMO

Lo gnosticismo di Eminescu era tutt'altro che convenzionale, anche per gli standard dell'epoca. Gli gnostici in genere vedono Cristo come un portatore di conoscenza divina (Gnosi), ma l'interpretazione di Eminescu divergeva nettamente. Alcuni dei suoi contemporanei a Junimea videro Gesù come una manifestazione di Lucifero, un redentore che portava la fiaccola della conoscenza. Eminescu, tuttavia, rifiutò questa sintesi. Considerava Cristo come una reliquia di un'epoca passata e criticava pesantemente l'ossessione che i Cristiani avevano nel considerare Gesù l'unico uomo importante che sia mai esistito, e abbracciava Lucifero come il vero archetipo della ribellione intellettuale e dell'illuminazione.

Questa prospettiva è vividamente incapsulata nel suo poema meno noto "O, Satan", dove Zeus è raffigurato in modo palesemente Zevista, come un liberatore cosmico e sollevatore di illusioni. Il simbolismo legato alle stelle e al mare – il dominio di Poseidone – infonde al poema una profondità esoterica, suggerendo un allineamento con il celeste e il primordiale.

Traduzione di O, Satan dal Rumeno:

Oh, Satana! Genio fra la disperazione!
Ora percepisco il tuo modo di pensare,
poichè il contorcersi del mare

Ora abita dentro di me.
Capisco i pensieri ribelli.
quando afferravi tutto l'Inferno,
Per lanciarlo nelle stelle.
Hai sradicato il mare,
Per spruzzarlo sul sole.
Hai voluto gettare i Sistemi Solari
nel caos.

Sì! Lo sapevi lassù,
Che il male, ingiusto regnava.
Sapevi che de miseri secoli
Lo adoravano e incoronavano.

Tu sapevi che in questo stato,
Le cose non potevano andare bene!
E che l'ingiusto non poteva
Dominar eternamente.

La parola scelta qui parla da sola.

LUCEAFĂRUL

La più grande opera di Eminescu e il Magnum Opus della sua vita, Luceafărul, è spesso interpretata da critici laici e dai Cristiani che amano nascondere il pensiero Zevista sotto il tappeto come una meditazione sull'amore non corrisposto, ma il suo sottotesto rivela un commento più profondo.

Il personaggio del titolo, Lucifero (Tradotto come "Stella del Mattino" in Rumeno), rappresenta un essere di immensa conoscenza e potere che cerca di sperimentare l'esistenza mortale per amore di una principessa umana, che è un'allegoria della "caduta" nel mondo materiale. Tuttavia, mentre il poema si svolge, Lucifero riconosce l'inutilità di questo desiderio, dopo una conversazione con il Demiurgo. Anche se Eminescu non credeva negli stessi principi gnostici dei suoi coetanei, usava spesso il loro simbolismo. Il Demiurgo, all'interno del poema, agisce come Saturno.

La principessa, prima vista come la figura ideale, poi diventa solo un altro mortale legato al mondano, incapace di comprendere la sua prospettiva divina, e una volta che Lucifero comprende questa natura, si rattrista e si lamenta della sua "Eterna e fredda solitudine".

Il sentimento qui evocato è quello dello spreco del potenziale spirituale. La principessa cerca di comprendere l'amore divino di Lucifero, mentre le offre molti doni che hanno un significato allegorico, ma non riesce a tracciare quella linea e percepire la Divinità, perché le manca l'avanzamento spirituale e l'inclinazione. Lucifero cerca quindi di stringere un patto con il destino stesso per permettergli di "Cadere e diventare mortale", in modo da potersi unire a Lei, un'allegoria spirituale sulla manifestazione all'interno del fisico. La risposta che ottiene dal Demiurgo è:

Vuoi pensare di essere un uomo,
Ed essere tu stesso come loro?
Ma ogni essere umano che muore,
Come essere umano rinascerà.

Tutto quello che fanno è inseguire il vento,
Su ideali vuoti indugiano.
Quando le maree troveranno la loro tomba,
Dietro di loro, nuove maree si radunano.

Ci vedono solo come stelle della fortuna,
E il destino che dà loro la caccia
Ma non abbiamo né tempo né luogo,
E la morte non la conosciamo.

Dal grembo dell'eterno ieri,
Oggi è nato, per morire.
E se un sole dovesse dissolversi verso la morte,
Come un sole rinascerà.

Sebbene l'uomo si senta eterno nella sua scia,
La morte lo insegue da dietro.
Perché tutti sono nati per incontrare la propria fine,
E morire per rinascere.


Affinché la "principessa" possa "abbracciare Lucifero", non deve più essere un essere umano, spiritualmente – ha bisogno di assaporare l'eternità.

Ma lei incontra un uomo mortale, capisce i suoi limiti, e chiaramente non è ancora il suo momento di capire queste cose più profonde. Dopo questo, non viene più nominata principessa e il suo castello non c'è più. È solo una contadina, con un nome normale, un'identità mondana e nessuna inclinazione spirituale. Lucifero deve accettare questo e guardarli da bordo campo, in attesa di esseri umani con potenziale.

IL SUO GIORNALISMO D'AVANGUARDIA

Oltre alla sua poesia, Eminescu usò il suo talento da giornalista per criticare la corruzione sociale e politica. Le sue colonne spesso velavano aspre critiche al Cristianesimo e all'élite ebraica attraverso strati di metafore e simbolismi per eludere la censura. In articoli come "Vecchie Icone e Nuove Icone" (Un titolo che critica i concetti abramitici come falsi idoli, e le sue autorità Cristiane contemporanee come nuovi falsi idoli) egli critica l'avidità e l'ipocrisia dei leader politici e religiosi, usando abilmente immagini che gli Zevisti riconoscerebbero come critiche in codice alle istituzioni oppressive e alla sovversione spirituale.

(Foto 2)

Estratto:

"Ma la capacità fisica di un uomo di lavorare è limitata, perché la natura non ha tenuto conto del fatto che questa manodopera dovrà nutrire inutilmente liberali, avvocati, rifiuti umani e altri tipi di parassiti. No, la natura ha dato a ciascuno la forza umana per potersi mantenere, e anche mettere da parte le cose da salvare, in modo che domani possa ricominciare il suo lavoro con mezzi più forti. Ciò significa che quel poco in più che il lavoro di un uomo può dare per la buona disposizione del popolo e della gioventù che ha dovuto crescere a Parigi non fa molto, perché non c'è molto da risparmiare. Ma perché dovrebbero preoccuparsi di questo? Non sono liberi di impoverirci?"

Il suo rifiuto di conformarsi alle norme sociali e gli attacchi all'élite ebraica lo hanno reso un bersaglio. Il tradimento del suo collega Titu Maiorescu e la successiva cospirazione che coinvolse la famiglia reale portarono Eminescu a essere dichiarato pazzo, istituzionalizzato e sottoposto ad avvelenamento da mercurio – allora un trattamento comune ma dannoso per una presunta malattia mentale – continuò a scrivere fino a quando il suo corpo non soccombette, lasciando dietro di sé un'eredità di resilienza e sfida intellettuale

Bibliografia:

Various poetry, Mihai Eminescu

Old Icons and New Icons, Mihai Eminesu

crediti: OttoHart
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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