SaqqaraNox
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Ammit and Tiamat
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TG Alexandros Iowno
26 luglio 2021
Ammit e Tiamat
“Irrequietezza eterna” rappresenta l’anima svincolata dalla propria composizione elementare, “irrequieta” rispetto agli elementi, disarmonizzata sul piano vibrazionale, con l’esito che l’anima si disperde nel “nulla”, o, per dire meglio, nel mare caotico.
Il mare, rappresentativo in tutte le forme della nostra comprensione, della potenzialità, del non espresso, è anche simbolicamente l’inizio e la fine di ogni allegoria spirituale e, allo stesso modo, delle leggi universali.
Nella religione dell’antica Babilonia, Tiamat è una Dea primordiale del mare, rappresentata in due modi: come “Dea creatrice, attraverso un matrimonio sacro tra acque differenti, creando pacificamente il cosmo per generazioni successive”, e come “l’incarnazione mostruosa del caos primordiale”. Alcune fonti la identificano con le immagini di un serpente marino o di un drago.
Il mito e l’allegoria riguardano la maestria spirituale e la storia, in relazione all’anima umana e alla creazione elementale.
Nell'antica religione egiziana, Ammit era una Dèmone e Dea; tra i suoi titoli figuravano “Divoratrice dei morti”, “Mangiatrice di cuori” e “Grande della morte”. Ella rappresentava la seconda morte, la morte dell’anima, “gettando i cuori indegni nel lago di fuoco per distruggerli”. Il lago di fuoco rappresenta il chakra di base, avente il compito di legare la forza vitale allo spazio materiale; sul piano vibrazionale è il più grezzo, e l’anima, priva di forza vitale, si disperde, come in uno stato comatoso di non-esistenza e non-potenzialità. Così come la frequenza più bassa annulla quella più alta, la vibrazione, incapace di mantenere la propria frequenza, si spegne. Queste rappresentazioni hanno lo scopo di educare ed esemplificare le forze della natura e l’osservazione spirituale in una forma logica.
Una lezione della “Mangiatrice di cuori” è quella di accrescere e affinare la nostra anima. Elevare la vibrazione dei nostri chakra e della nostra aura, dell’essenza spirituale rappresentata dal peso come di una piuma, significa un’energia dell’anima estremamente raffinata e superiore, incapace di essere vincolata e divorata dal peso della controparte materiale, ossia l’essenza della nostra identità e della nostra considerazione di noi stessi – un semplice cuore pesante e una negazione dell’esistenza spirituale.
Ammit e Tiamat erano le stesse lezioni spirituali insegnate dai nostri Dèi e persino i nomi rappresentativi sono gli stessi. Il mare della potenzialità e il lago di fuoco sono dentro di noi, vale a dire il chakra sacrale e quello di base, e all’esterno, nella nostra composizione universale delle leggi materiali e spirituali. Il lago di fuoco, corrotto e utilizzato in altri modi perversi, rappresenta il desiderio e la forza vitale del chakra della radice, il vincolo materiale e la suprema espressione dell’essenza delle cose, il Serpente, in unione con il chakra sacrale, l’acqua e la non-espressione caotica, in attesa di essere espressa dall’incontro di queste due forze elementali. Questa dualità delle cose si trova in tutti i piani e prospettive, scale e forme di allegoria.
Siamo creati nella sfera di questo lago di fuoco, continuiamo a creare e a vivere grazie all’energia di questo scontro e alla fine moriamo per lo stesso ciclo di unione, o meglio, per la sua mancanza.
Più in alto nei chakra, questa essenza della creazione viene immagazzinata ed esposta, memorizzata in una forma cosciente, acquisendo la qualità di ottenere un’identità e un’autoconsiderazione, ossia l’ego, tramite il chakra solare. Il chakra solare è alimentato sia dall’apporto inferiore di energia e forza vitale, sia armonizzato e purificato dai chakra superiori. Al di sopra di questo abbiamo il chakra dell’aria e del cuore, che danno espansione e apertura verso l’esterno, connettendo lo spirituale e il materiale.
Il progresso spirituale è un ciclo di autoconservazione e crescita. Abbiamo un potenziale “ecosistema” di autosostentamento, che deve essere aperto e messo in funzione affinché ciò accada.
Ammit and Tiamat
"Eternal restlessness" represents the soul being unbound from its elemental composition, being "restless" from the elements, being vibrationally unharmonized, resulting in the soul being dissipated into the "nothing", or better said into the chaotic sea. The sea being representative in all...
26 luglio 2021
Ammit e Tiamat
“Irrequietezza eterna” rappresenta l’anima svincolata dalla propria composizione elementare, “irrequieta” rispetto agli elementi, disarmonizzata sul piano vibrazionale, con l’esito che l’anima si disperde nel “nulla”, o, per dire meglio, nel mare caotico.
Il mare, rappresentativo in tutte le forme della nostra comprensione, della potenzialità, del non espresso, è anche simbolicamente l’inizio e la fine di ogni allegoria spirituale e, allo stesso modo, delle leggi universali.
Nella religione dell’antica Babilonia, Tiamat è una Dea primordiale del mare, rappresentata in due modi: come “Dea creatrice, attraverso un matrimonio sacro tra acque differenti, creando pacificamente il cosmo per generazioni successive”, e come “l’incarnazione mostruosa del caos primordiale”. Alcune fonti la identificano con le immagini di un serpente marino o di un drago.
Il mito e l’allegoria riguardano la maestria spirituale e la storia, in relazione all’anima umana e alla creazione elementale.
Nell'antica religione egiziana, Ammit era una Dèmone e Dea; tra i suoi titoli figuravano “Divoratrice dei morti”, “Mangiatrice di cuori” e “Grande della morte”. Ella rappresentava la seconda morte, la morte dell’anima, “gettando i cuori indegni nel lago di fuoco per distruggerli”. Il lago di fuoco rappresenta il chakra di base, avente il compito di legare la forza vitale allo spazio materiale; sul piano vibrazionale è il più grezzo, e l’anima, priva di forza vitale, si disperde, come in uno stato comatoso di non-esistenza e non-potenzialità. Così come la frequenza più bassa annulla quella più alta, la vibrazione, incapace di mantenere la propria frequenza, si spegne. Queste rappresentazioni hanno lo scopo di educare ed esemplificare le forze della natura e l’osservazione spirituale in una forma logica.
Una lezione della “Mangiatrice di cuori” è quella di accrescere e affinare la nostra anima. Elevare la vibrazione dei nostri chakra e della nostra aura, dell’essenza spirituale rappresentata dal peso come di una piuma, significa un’energia dell’anima estremamente raffinata e superiore, incapace di essere vincolata e divorata dal peso della controparte materiale, ossia l’essenza della nostra identità e della nostra considerazione di noi stessi – un semplice cuore pesante e una negazione dell’esistenza spirituale.
Ammit e Tiamat erano le stesse lezioni spirituali insegnate dai nostri Dèi e persino i nomi rappresentativi sono gli stessi. Il mare della potenzialità e il lago di fuoco sono dentro di noi, vale a dire il chakra sacrale e quello di base, e all’esterno, nella nostra composizione universale delle leggi materiali e spirituali. Il lago di fuoco, corrotto e utilizzato in altri modi perversi, rappresenta il desiderio e la forza vitale del chakra della radice, il vincolo materiale e la suprema espressione dell’essenza delle cose, il Serpente, in unione con il chakra sacrale, l’acqua e la non-espressione caotica, in attesa di essere espressa dall’incontro di queste due forze elementali. Questa dualità delle cose si trova in tutti i piani e prospettive, scale e forme di allegoria.
Siamo creati nella sfera di questo lago di fuoco, continuiamo a creare e a vivere grazie all’energia di questo scontro e alla fine moriamo per lo stesso ciclo di unione, o meglio, per la sua mancanza.
Più in alto nei chakra, questa essenza della creazione viene immagazzinata ed esposta, memorizzata in una forma cosciente, acquisendo la qualità di ottenere un’identità e un’autoconsiderazione, ossia l’ego, tramite il chakra solare. Il chakra solare è alimentato sia dall’apporto inferiore di energia e forza vitale, sia armonizzato e purificato dai chakra superiori. Al di sopra di questo abbiamo il chakra dell’aria e del cuore, che danno espansione e apertura verso l’esterno, connettendo lo spirituale e il materiale.
Il progresso spirituale è un ciclo di autoconservazione e crescita. Abbiamo un potenziale “ecosistema” di autosostentamento, che deve essere aperto e messo in funzione affinché ciò accada.